Alla riapertura del bar, con colpevole ritardo sull’inizio del campionato, l’argomento principe non poteva che essere la partita di lunedì. Nemmeno oso pensare al dolore che hanno provato nel dover trattenere il commento per così tante ore..
Al mio ingresso, le facce, le pose sono le medesime. L’odore, il fumo è lo stesso che mi sono lasciato alle spalle a ferragosto. Evidentemente quelle due settimane di disintossicazione non sono state sufficienti a decontaminare l’area. Forse sono gli stessi muri del bar a produrre nicotina..
Il Turco, ritto accanto al telefono, commenta silenzioso; un’alzata delle sopracciglia, un movimento degli occhi, lo storcere della bocca. Jack Daniel (per l’anagrafe Giacomo Daniele), con l’immancabile bicchiere nella mano destra, sostiene con forza che con più coraggio si poteva pure vincere. Il Lurido sostiene esattamente il contrario, avevamo fatto il massimo; e mentre lo dice si rovescia mezzo bicchiere di bianco sulla camicia. Dietro al bancone, l’opinione è quella di chi ne ha viste tante, forse troppe. Una squadra con il nostro blasone non poteva, anzi non doveva giocare per non perdere. Anche Ubaldo dice la sua. Per non disturbare, ripete le proprie opinioni a sé stesso, come un mantra.
Nel frattempo il Cinese esce dal bagno con la patta aperta. Tutto esattamente come prima. Pinochet lo guarda con disprezzo e lo sgambetta dal bancone. Un tonfo sordo e il Cinese si ritrova a 4 di bastoni. Impreca. Pino Manganelli, detto Pinochet per via della sua innata passione per la repressione, ride. È la solita merda di sempre..
“Bentornato” mi dico mentre un sorrisetto compiaciuto mi si stampa sul viso.
Lascia un commento