Una notte con Montmorency

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La notte scorsa proprio non mi riusciva di prendere sonno. Al cervello non risultava possibile spegnersi, ogni procedura – anche in “modalità provvisoria”, dalle più sofisticate a quelle di fortuna – falliva miseramente e la mente vagava ad una meta ben precisa: Roxanne.

Da quando la mia strada si è incrociata con la sua, la mia vita non è più quella di pochi mesi fa. Mi è entrata dentro, fino al midollo. E questo proprio non lo credevo possibile. Un autentico terremoto si è impadronito del mio cuore e dei miei pensieri. Ma questa è un’altra storia..

Per prima cosa ho aperto il frigorifero. A volte è il cibo la migliore medicina. Ma non era la fame che avrebbe risolto la mia insonnia. E nemmeno la sete. In seguito ho acceso il televisore, ma niente (strano, vero?) attirava la mia – seppur blanda – attenzione. Non mi restava che l’ultimo disperato tentativo, la libreria. Dopo aver constatato – con notevole disappunto, ma altrettanta soddisfazione – che la maggior parte dei libri li avevo letti, i miei occhi si sono posati su di un libro, non nuovo di aspetto, ma vergine. Tre Uomini in barca (per tacer del cane) di Jerome K. Jerome.

Dopo poche pagine ero già immerso nella lettura. Dall’organizzazione del viaggio fino agli ultimi preparativi che precedono la partenza dello strampalato gruppo di amici. Verso mattina (la parte centrale del libro) diventa un po’ più piatto, non noioso, ma con troppe digressioni storiche; si riprende immediatamente con apici come “l’incontro tra Montmorency ed il gattone nero”, l’improbabile “sfilata dei garzoni” e la preparazione dello “stufato irlandese”. L’avventura in barca diventa la “scusa” per raccontare il Viaggio, condito da numerosi sketch e dalle scorribande di Montmorency, con una scrittura ed un umorismo decisamente contemporanei per un libro del 1889!!

Terminata l’ultima riga dell’ultima pagina i miei occhi avevano incontrato le luci dell’alba. Il Sonno tanto auspicato non era arrivato. Era tempo di andare a prendere il primo caffè al Fumoso..

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