Krasić salterà la partita contro il Milan. Per molti giornali è questa la notizia.
Il calciatore serbo è stato squalificato dal Giudice Sportivo per 2 giornate – minimo della pena per condotta antisportiva – per la simulazione che nella partita contro il Bologna ha procurato un rigore in favore della Juventus. Il Giudice Tosel motiva la sentenza così: “nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l’arbitro fu indotto in errore da un abile tuffo in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l’innaturale trascinamento del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l’intento ingannevole)”.
La Juventus ha immediatamente deciso di presentare ricorso, sostenendo che nel “tuffo” non ci fosse dolo. Non voglio entrare nel merito – mi limito a ricordare l’esultanza di Krasić una volta ricevuto il rigore – credo però che una Società seria avrebbe dovuto cogliere l’occasione per fare un gesto forte, accettando l’evidenza dei fatti e magari multando il giocatore. Invece no, ancora una volta si è preferito difendere il giocatore, il fortino, la bandiera. Le dichiarazioni sono sconcertanti.. il Presidente Andrea Agnelli non trova niente di meglio che affermare che “Il rigore non c’era ma il comportamento di Krasić è sempre stato corretto (ma se questa volta ha sbagliato non è giusto che paghi?). E’ un grande campione che ha preferito la serie A alla Premier e va tutelato, perché riceve 4-5 calcioni a partita (e questo cosa centra? Perché ha scelto la serie A, perché riceve 4-5 calcioni a partita gli può essere concesso di essere al di sopra delle regole?)”, il Direttore Generale Marotta sostiene che “la decisione del giudice è fortemente iniqua” (il minimo della pena?), il compagno di squadra Marchisio che “non ha voluto prendere in giro l’arbitro e Portanova” (e se il Bologna fosse uscito sconfitto proprio a causa di quel rigore, chi ne avrebbe pagato le conseguenze? Perché esultare invece che andare dall’arbitro a dirgli che il rigore non c’era?)
Il calcio ed il business che gli ruota attorno per una volta avrebbero potuto distinguersi da quello che ormai è diventato il sentimento prevalente della nostra società. Invece continuano ad imperversare frasi come “è stato furbo”, “se lo è guadagnato”, affermazioni che diventano valori positivi perché fanno vincere.
La notizia, a mio avviso, è il messaggio che passa. Vinci anche a dispetto delle regole, ma vinci. Quello, e solo quello, è ciò che conta. E se non ti beccano, ancora meglio.. sei più furbo di tutti gli altri!
Il calcio ha perso un’altra occasione, ma la cosa più disarmante è che questo Business non è poi così lontano dal mondo che viviamo, dove il senso civico e la legge sono disattesi e calpestati continuamente e l’impunità viene comprata da chi ha il potere, i mezzi o solo da chi urla più forte.
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