Ieri sera ho chiuso il Fumoso abbastanza presto, Jack era accasciato sul suo tavolino e sognava abbracciato alla bottiglia, Ubaldo era già andato a letto nella sua stanzina pregustando l’appuntamento con Anastasia che avrebbe avuto -a suo dire- “a casa di Morfeo”…
Ho dunque svegliato Jack che, barcollando, si è perso nella nebbiolina della notte cittadina.
Stavo spegnendo le luci quando dalla saracinesca a mezz’asta ho visto spuntare Cyrano con gli occhi che, se possibile, brillavano più del solito: aveva un film in dvd da vedere e voleva vederlo con me…
Ho dunque chiuso la saracinesca, preso una bottiglia di Laphroag dal mobiletto della Direzione sotto il banco e due bicchieri. Ci siamo accomodati davanti allo schermo impolverato del Bar a vedere “Howl”.
Il calore del cuore di Cyrano e la piacevole visione del film mi hanno rilassato completamente e verso le 2,00 abbiamo lasciato il Fumoso. Da gentiluomo qual è mi ha accompagnato a casa, dove ci siamo salutati dolcemente.
Alle 6,12 di stamani il telefonino squillava prepotentemente sul comodino: era Ubaldo… Ubaldo non usa mai il telefonino…tra i vaneggiamenti sono riuscita a cogliere due parole: “esorcismo” e “fantasma”.
Mi sono vestita alla bell’e meglio e mi sono precipitata per le vie della città ancora sonnecchiante verso il Fumoso.
La saracinesca era a mezz’asta, la porta aperta ed Ubaldo era appollaiato su uno sgabello del bancone con al collo una corona d’aglio recitando una specie di esorcismo in un latino più che macheronico. Mentre Jack era inginocchiato – la bottiglia in mano – urlando “Dio esiste ed è stato qui”…
In tutto questo lei stava lì, brillante e bella più che mai: la vecchia National se ne stava al suo posto sul bancone, irriconoscibile, quasi beffarda nel suo luccichio.
Ubaldo era convinto che la notte dei morti avesse riportato dalla tomba la cassa del Fumoso per perseguitarci.
Dopo essermi occupata dei nervi di Ubaldo con una camomilla e una buona dose di pazienza, e aver messo a tacere l’improvvisa religiosità di Jack con un goccio di sambuca, mi avvicinai alla cassa: ammetto di avere, per un attimo, dato ragione ad Ubaldo poiché la cara vecchia National sembrava uscita di fabbrica, pareva impossibile che fosse la stessa cassa di sempre.
Ho esaminato il corpo del reato minuziosamente alla ricerca di qualche prova, ma nulla, era lei, linda pulita e rimessa a nuovo.
Mi rimaneva un’unica cosa da fare: esaminare l’interno. Vincendo la mia aracnofobia ho allungato l’indice sul tasto di rilascio dello sportello mentre Ubaldo ricominciava col suo esorcismo e un allegro scampanellio ha risuonato per il Fumoso.
Lo stupore è stato inimmaginabile: la cassa era piena e non di ragni e ragnatele!
Mi misi a contare i soldi: c’erano tutti tranne 25 Euro.
Tra l’esultanza di Jack che ballava una personalissima danza di ringraziamento al Cielo e Ubaldo – Esorcista cominciavo ad essere un pò confusa.
Alle 7,30 le cose, se possibile, peggiorarono: arrivò Pino.
Appena entrato vide il corpo del reato e ci si scaraventò contro. ero su di giri e afferrai la mazza da baseball che stava dietro al bancone “ per la tua incolumità” come usava dire la Direzione. Non l’avevo mai usata prima di allora, e forse è bastato il gesto a fare arretrare Pinochet.
Nella mattinata è arrivata tutta la banda e sono cominciate, ovviamente, a piovere speculazioni e teorie di ogni tipo.
Pino nella sua mancanza di originalità, continuava ad accusare Ubaldo “E’ sempre dietro a lucidare qualcosa!”.
Jack era caduto in un vortice mistico-etilico che tentavo di placare calando la gradazione alcolica delle bevande che gli servivo: alle 13,00 ero riuscita ad arrivare al Mirto.
Il Cinese accusò la Direzione “Questi bottegai credono di poter fare e disfare ciò che vogliono sulla pelle dei lavoratori!”
Insomma, più o meno tutti avevano da dire la loro, con il risultato che all’interno del Fumoso c’era un vociare insopportabile e un andirivieni dalla tana della banda (il tavolo in fondo al Bar) alla cassa.
Alle 14,00 grazie al cielo, è arrivato Cyrano: ha guardato la National, ha guardato me e poi ha rivolto lo sguardo lo sguardo verso follia dilagante.
E’ venuto dietro il bancone e gli ho raccontato l’accaduto. In due abbiamo cercato qualche indizio, qualche spiegazione, ma niente da fare.
Proprio mentre il dibattito si accendeva ulteriormente e Cyrano ed io esaminavamo la National ha fatto il suo ingresso il Signor Evaristo:
“Bàn cus’ela sto lavoro qua! Oh, buongiorno Signorina Roxanne, ha visto che bel lavursino c’a io fèt alla vecchia Nazionale!”
E’ calato il silenzio, poi la calda risata di Cyrano è risuonata per il Bar, a cui ha fatto seguito la mia e quella di tutti gli astanti che, a quel punto, si erano accomodati attorno al vecchio Evaristo che si è messo a raccontare la “Storia della Cassa”.
Evaristo è il tuttofare del Fumoso: 87 anni suonati e due mani d’oro.
La Direzione gli lascia carta bianca sui lavoretti da fare e dunque Evaristo aveva deciso che la vecchia National andava riportata agli antichi splendori: era entrato con le sue chiavi, una settimana prima aveva preso la cassa, l’aveva pulita, lucidata, aveva trattenuto i 25 Euro d’intervento e alle 6 di mattina l’aveva riportata al suo posto. Aveva lasciato un messaggio in bacheca, ma nessuno l’aveva visto:
“Ho preso la Nazionale, le dò una pulitina e la riporto. Evaristo.”
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