L’Imperatore

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Un uomo solo al comando, così diceva Mauro Ferretti narrando le imprese di Fausto Coppi. Ora, a 50 anni dalla scomparsa del Campionissimo, la storia si ripete. Un uomo solo al comando, l’Imperatore. Non ha la maglia bianco e celeste, non spinge sui pedali. Non emoziona le folle.

Per lui non c’è Costituzione, per lui non c’è Parlamento. Le istituzioni parlamentari e la carta costituzionale sono solo dei limiti al suo potere, che lui vorrebbe fosse assoluto. Lui, lui solo a decidere. Lui al di sopra della Legge. Lui che tutto si concede e a cui tutto è concesso. Lui che si circonda di “nani (ops..) e ballerine” per rilassarsi. Lui che non rispetta altri che se stesso e “si fa” di becero e volgare populismo. Al suo cospetto solo tanti sudditi pronti a difenderlo ad ogni costo e contro l’evidenza e, al bisogno, il popolo; quel popolo che lo ha eletto (più volte e comunque sempre una di troppo), quello che viene chiamato in causa solo quando il suo potere vacilla.. e allora sì che non si può tradire il voto del popolo!

L’Imperatore però ora sembra essere un pugile suonato aggrappato alle corde, il terreno che calpesta sembra farsi meno compatto. Le voci che prima erano delle sole opposizioni, ancorché troppo blande, iniziano a sentirsi anche all’interno del suo schieramento; accanto a lui restano i fedelissimi sudditi.

Quello che preoccupa è che forse il peggio non è ancora arrivato, è proprio quando non si ha più nulla da perdere che si diventa pericolosi. Non lo dico io, ce lo insegna la Storia.

In un Paese afflitto da una profonda narcolessia, con l’intera Nazione che si è arresa alla sua idea e ancor più alla sua immunità morale, chi deve occuparsi di costruire una seria e credibile alternativa, se non il Popolo?

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